venerdì 25 giugno 2010

Sergio Toppi. Il segno della Storia a Trento

Dal sito della Fondazione Museo Storico del Trentino:
SERGIO TOPPI. IL SEGNO DELLA STORIA
a cura di Hamelin Associazione Culturale
Piedicastello (TN) - Galleria bianca
25 giugno - 12 settembre 2010
martedì - domenica, ore 9.00-18.00
Ingresso libero
Inaugurazione venerdì 25 giugno 2010 ore 18.00
La mostra Sergio Toppi. Il segno della Storia a cura di Hamelin associazione culturale mira a far emergere e conoscere alcuni nuclei fondamentali della poetica dell’artista, come disegnatore e come autore completo.
Il titolo, nella sua sintesi, vuole alludere ad una pluralità di significati. Prima di tutto a quello più specifico, ovvero al segno vero e proprio di Toppi, secco e tendente alla torsione espressionista, pronto a infittirsi in una rete di centinaia di tratteggi di china sempre diversi che costruiscono volti, figure e paesaggi. Ma segno allude anche alla rivoluzione stilistica complessiva dell’autore, quella che lo rende riconoscibile e ammirato da lettori e disegnatori di tutto il mondo, e che è giocata su una grande sapienza compositiva che rompe la tradizionale scansione in vignette.
La Storia è invece l’oggetto primario della sua opera, a partire dai racconti usciti sul «Corriere dei Piccoli» con la firma di Mino Milani, sul «Messaggero dei Ragazzi», nei tre volumi di “Un uomo, un’avventura” editi dalla Cepim di Sergio Bonelli, fino a tutte le opere da autore completo che sono state via via pubblicate fino ad oggi.
La Storia, l’Avventura e il Fantastico creano spesso un’unità inscindibile per mettere in scena vicende ed esistenze di uomini alle prese con forze più grandi di loro, costretti alla condizione di esuli, perdenti, vittime del procedere ineluttabile del tempo. Storia infine è anche narrazione, e Toppi è grande inventore di trame e ottimo scrittore, oltre che eccellente disegnatore: maestro del racconto breve, capace di invenzioni che in poche pagine fanno emergere tutta l’inesplicabilità del reale.

L’esposizione è divisa in due grandi filoni tematici che guideranno i visitatori nel percorso: il tema del conflitto e il rapporto tra Storia e Fantastico.
La visione della realtà di Toppi si basa spesso sulla presenza del conflitto come condizione che sembra esprimere la natura stessa dell’uomo: la mostra, oltre a focalizzarsi sulla messa in scena di guerre e scontri tra culture diverse, affronta anche contrasti primordiali come quello dell'uomo con la natura e con la divinità, evidenziando in entrambi i casi una pericolosa perdita del senso del sacro e la sconfitta finale dell'uomo che non riconosce la superiorità di certe forze.
Il filone che si concentra sul rapporto tra Storia e fantastico mostra come l'opera di Toppi faccia convivere personaggi immaginari con personaggi storici, e metta in discussione la linearità storica con ipotesi che ne cambiano il corso. Attraverso la costruzione di un’atmosfera antica, quasi ancestrale, attraverso la rappresentazione di oggetti, abbigliamenti, armi, corpi stessi che si fanno reperti, emerge come secondo Toppi la Storia sovrasti l’uomo, sovrasti le teste dei singoli fino quasi a schiacciarli.

La mostra presenterà al pubblico circa duecento opere, tra fumetti e illustrazioni, tratte dalla vastissima produzione dell’autore che conta ormai più di quaranta anni di lavoro: dalle importanti collaborazioni con Sergio Bonelli per la serie “Un uomo, un’avventura”, alle rivoluzionarie storie comparse via via su “Linus”, “Alter Alter”, “Corto Maltese”, “Il Giornalino”, “L’Eternauta”, “Comic Art”, ai lavori più recenti.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione Sergio Toppi. Il segno della Storia libro/catalogo curato da Hamelin e pubblicato da Black Velvet editrice.

Sergio Toppi (nato a Milano nel 1932), ha influenzato il lavoro di molti disegnatori di tutto il mondo tra cui gli statunitensi Bill Sienkiewicz, Frank Miller, Walter Simonson e Howard Chaykin. Toppi non si è mai soffermato a lungo su un solo personaggio (eccezion fatta per le avventure de Il Collezionista, oscuro e determinato personaggio, sempre in giro per il globo alla ricerca di manufatti rari e preziosi, e di Sharaz-De, figura femminile ispirata a Le mille e una notte), preferendo variare di volta in volta protagonisti, ambientazioni e atmosfere, tutto nel solco di alcuni temi cari all'autore. Fondamentale per il suo lavoro l’incontro con padre Giovanni Colasanti, direttore del “Messaggero dei ragazzi”, che concede per la prima volta a Toppi una libertà espressiva assoluta sulle pagine del settimanale; a partire da questo periodo (metà degli anni ’70), nelle tavole dell'autore il bianco smette di essere “vuoto” o “assenza”, per assumere sempre più valenza di segno, tanto quanto il nero. L'angustia della gabbia che racchiude le vignette si spezza definitivamente: le figure possono improvvisamente giganteggiare ed occupare l'intera tavola, scompare la cornice tradizionale e la tavola stessa diventa cornice.

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