COMUNICATO STAMPA
Un programma di mostre, rassegne e incontri, in cui arti visive e sceniche, popolari e colte, pop e highbrow, si raccolgono intorno al tema della morte: dal 30 ottobre 2008 al 15 marzo 2009 è di scena a Bergamo e nel territorio “Danze Macabre. La figura della Morte nelle arti”, rassegna promossa da Fondazione Adriano Bernareggi e Fondazione Benedetto Ravasio che promuove una riflessione nuova e multidisciplinare, tra teatro e arti visive, sul tema della morte.
In occasione della festa di Ognissanti e del periodo di novembre, la fase dell’anno dedicata al culto e alla pietà dei defunti, ma anche in occasione della festa popolare di Halloween, prende il via la “danza” che si propone di dimostrare al pubblico di adulti e bambini che se è un’idea diffusa che la società del benessere tende a rimuovere l’idea della morte e della fragilità umana, in realtà ogni “rimosso” riaffiora sotto altra veste, più o meno mascherato e cammuffato, sotto forma di sogni, immagini e storie.
Quest’anno l’asse di “Danze macabre” poggia su una polarità all’interno delle arti visive: da un lato il fumetto - l’arte che più ha contribuito, come e per certi versi anche più del cinema, a formare la cultura e l’immaginario popolare del XX secolo – dall’altro lato il lavoro di due protagonisti della scena nazionale dell’arte contemporanea che si confrontano con temi spirituali e testi biblici ed evangelici.
Dal 7 novembre al 7 dicembre 2008, al Museo Adriano Bernareggi, la mostra Il tratto della Morte. Profili del macabro nella storia del fumetto propone, a cura di Pier Giorgio Nosari e Mario Taccolini, un viaggio nella storia del fumetto, alla ricerca degli archetipi e degli stereotipi della e sulla morte nell’immaginario pop, attraverso più di 80 riproduzioni di tavole, strisce e vignette, tratte da fumetti “storici” e contemporanei, seriali e d’autore, italiani e stranieri. Ad essi si aggiungono 8 omaggi a grandi personaggi dell’arte sequenziale, da parte di 7 affermati autori italiani under 40.
Il percorso espositivo spazia da un precursore come Max e Moritz ai postmoderni Dylan Dog e Sin City, passando per fumetti dei primordi come Krazy Kat, classici come Flash Gordon, Tarzan e Dick Tracy, supereroi dell'età aurea come Superman e Batman, supereroi con superproblemi come Uomo ragno, eroi tutti di un pezzo come Tex Willer, antieroi alla Diabolik, romantici alla Corto Maltese, cult come Vampirella. Ampio risalto è dato ai fumetti contemporanei, dagli anni '90 ai giorni nostri, contraddistinti dal moltiplicarsi di opere e tendenze, da superantieroi come Spawn a tenebrosi come John Doe, passando per romanzi grafici come Fuochi. E con autori come Alex Raymond, Hergé, Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, Stan Lee, Hector Oesterheld, Hugo Pratt, Bruno Bozzetto, Quino, Alan Moore, Frank Miller, Tiziano Sclavi, Lorenzo Mattotti, Garth Ennis e tanti altri ancora.
Un’ideale “enciclopedia” sul vissuto e il rimosso relativi alla morte, sul nostro modo di pensarla, vederla, affrontarla, esorcizzarla, prepararla, augurarla, procurarla, rappresentarla.
Perchè il fumetto – a dispetto di tutte le censure – non ha mai avuto paura ad affrontare anche i temi più impegnativi; perché ha cambiato e plasmato la cultura popolare del ‘900; perché è una buona antenna degli umori, dei gusti e della ansie del nostro tempo; perché certi personaggi hanno rappresentato il nostro modo di guardare la vita. Fino al suo limite.
Dal 22 Novembre 2008 al 15 marzo 2009, invece, nell’affascinante spazio dell’ex Oratorio di San Lupo – costruito nel 1734 e presso cui era aggregata la Giovanile confraternita della morte e che fino all’inizio dell’Ottocento svolse la funzione di cimitero e ossario della vicina chiesa di Sant’Alessandro della Croce – il pittore milanese Giovanni Frangi accetta di lavorare sulle evocazioni di un testo evangelico, una sorta di discorso escatologico contenuto nel Vangelo di Matteo.
Il risultato, di grande impatto, è la mostra MT2425, a cura di Simone Facchinetti e Giuliano Zanchi, installazione nella quale un pavimento completamente ricoperto di tele lavorate matericamente si trasforma in una sorta di paesaggio lunare, argenteo e magmatico, dialogando con un grande cielo sospeso, capace di offrire l’illusione di uno scoperchiamento dell’edificio.
“Al centro” di questa dialettica si colloca idealmente lo spettatore che, percorrendo le balconate del primo e secondo piano, si muove come sospeso tra Terra e Cielo.
Nello stesso, suggestivo, spazio l’anno scorso aveva trovato sede il lavoro di Gianriccardo Piccoli, Vanitas Vanitatum, a cura di Simone Facchinetti e Giuliano Zanchi, che quest’anno viene ripensato per i locali ipogei della chiesa parrocchiale di Cenate Sotto.
Dal 3 novembre al 3 gennaio, nel nuovo, scenografico allestimento le opere dell’artista - 18 episodi illustrati su carta giapponese che richiamano i temi cari al libro biblico di Qoelet, che si apre con il celebre incipit “ Vanità delle vanità, tutto è vanità” – sono esposti su una grande ruota che allude all’idea della giostra della vita che rappresenta uno dei temi più ricorrenti del libro biblico.
Ad accompagnare idealmente sul territorio la “danza” della Morte è anche quest’anno la rassegna di teatro d’animazione Figure in Nero, a cura di Bruno Ghislandi e Remo Melloni: un ricco calendario di spettacoli, itineranti a Bergamo città e provincia e realizzati da compagnie provenienti da tutta Italia, fino al 13 dicembre affida al teatro dei burattini il compito di raccontare - da un punto di vista insolito, tra comicità e tenerezza - il confronto estremo con la Signora della Falce: Pulcinella combatte ogni giorno contro la Morte; Fagiolino la incontra nel castello della paura; Pacì Paciana la sfida. E ancora: diavoli, scheletri, fantasmi, draghi, streghe, la Nera Signora che nel teatrino dei burattini, così magra sotto la sua cappa nera, fa quasi tenerezza. E tutta una serie di figure fantastiche che rappresentano i sogni, le ansie e le aspirazioni dell’uomo.
Il teatro dei burattini tradizionale, infatti, costruisce spesso le sue storie a partire dal limite della vita. Perché rappresentava l’esistenza in tempi meno confortevoli dei nostri e, sovente, a un pubblico popolare, che conduceva una vita dura. Perché la morte era uno spettacolo frequente e famigliare, in ogni caso più di adesso.
Nell’ambito di Danze Macabre 2008 si terranno incontri di approfondimento:
■ Venerdì 14 novembre, ore 18.00, al Museo Adriano Bernareggi: Il fumetto e la Morte. L’ultimo tabù dell’immaginario pop. Interverranno: Pier Giorgio Nosari, Roberto Recchioni e Mario Taccolini
■ Giovedì 18 dicembre, ore 18.00, al Museo Adriano Bernareggi: MT2425. Interverranno: Giovanni Frangi e Giuliano Zanchi. Moderatore: Simone Facchinetti
■ 24 novembre e 1-15-22 dicembre, ore 21, all’’ingresso mostra di Gianriccardo Piccoli in Oratorio Cenate Sotto: Percorso su Qoelet, a cura di Giuliano Zanchi
INFORMAZIONI AL PUBBLICO: tel. 035.243539 - www.museobernareggi.it
tel. 035.401.924 - www.fondazioneravasio.it
Il tratto della Morte
PROFILI DEL MACABRO NELLA STORIA DEL FUMETTO
mostra a cura di Pier Giorgio Nosari e Mario Taccolini
Bergamo – Museo Adriano Bernareggi (via Pignolo 76)
7 novembre – 7 dicembre 2008
Inaugurazione: 7 novembre 2008, ore 18
Orari: martedì – domenica 9.30 - 12.30 e 15.30 – 18.30
Giovanni Frangi MT2425
mostra a cura di Simone Facchinetti e Giuliano Zanchi
Bergamo - ex Oratorio di San Lupo, via San Tomaso 7
22 novembre 2008 – 15 marzo 2009
Inaugurazione: 21 novembre 2008, ore 18, al Museo Adriano Bernareggi
Orari mostra: martedì – domenica 9.30-12.30 15.30 – 18.30
Gianriccardo Piccoli Vanitas Vanitatum
mostra a cura di Simone Facchinetti e Giuliano Zanchi
Cenate Sotto (Bg) - Ipogeo Chiesa Parrocchiale di San Martino
3 novembre 2008 - 3 gennaio 2009
Inaugurazione: 3 novembre 2008, ore 20.30
Orari mostra: venerdì, sabato, domenica 15-19
Figure in Nero
Rassegna di teatro d’animazione
a cura di Bruno Ghislandi e Remo Melloni
Bergamo e provincia – fino al 13 dicembre 2008
Per il calendario: telefono 035.401924 o www.fondazioneravasio.it
Il tratto della Morte
PROFILI DEL MACABRO NELLA STORIA DEL FUMETTO
mostra a cura di Pier Giorgio Nosari e Mario Taccolini
Bergamo – Museo Adriano Bernareggi (via Pignolo 76)7 novembre – 7 dicembre 2008
Inaugurazione: 7 novembre 2008, ore 18
Orari: martedì – domenica 9.30 - 12.30 e 15.30 – 18.30
Info: tel. 035.243539 – www.museobernareggi.it – www.fondazioneravasio.it
Incontro nell’ambito della mostra:
Venerdì 14 novembre, ore 18.00 - Museo Adriano Bernareggi
Il fumetto e la Morte. L’ultimo tabù dell’immaginario pop
Interverranno: Pier Giorgio Nosari
Roberto Recchioni
Mario Taccolini
Un viaggio nella storia del fumetto, alla ricerca degli archetipi e degli stereotipi della e sulla morte nell’immaginario pop. Il percorso include più di 80 riproduzioni di tavole, strisce e vignette, tratte da fumetti “storici” e contemporanei, seriali e d’autore, italiani e stranieri. Ad essi si aggiungono 8 omaggi a grandi personaggi dell’arte sequenziale, da parte di 7 affermati autori italiani under 40: perché il fumetto ha cambiato e plasmato la cultura popolare del ‘900; perché il fumetto è una buona antenna degli umori, dei gusti e della ansie del nostro tempo; perché certi personaggi hanno rappresentato il nostro modo di guardare la vita. Fino al suo limite.
Ecco allora il fumetto regalarci i frammenti di un’ideale “enciclopedia” sul vissuto e il rimosso relativo alla morte, sul nostro modo di pensarla, vederla, affrontarla, esorcizzarla, prepararla, augurarla, procurarla, rappresentarla.
Così - in uno stimolante confronto con gli “ex voto” e i “macabri” custoditi al Museo Bernareggi, due diverse forme di pittura popolare sul tema della morte - la mostra intreccia due percorsi principali.
Il primo propone un’ampia selezione di immagini tratte da fumetti famosi di tutto il mondo, dalle origini ai giorni nostri, spaziando da un precursore come Max e Moritz ai postmoderni Dylan Dog e Sin City, passando per fumetti dei primordi come Krazy Kat, classici come Flash Gordon, Tarzan e Dick Tracy, supereroi dell'età aurea come Superman e Batman, supereroi con superproblemi come Uomo ragno, eroi tutti di un pezzo come Tex Willer, antieroi alla Diabolik, romantici alla Corto Maltese, cult come Vampirella. Ampio risalto è dato ai fumetti contemporanei, dagli anni '90 ai giorni nostri, contraddistinti dal moltiplicarsi di opere e tendenze, da superantieroi come Spawn a tenebrosi come John Doe, passando per romanzi grafici come Fuochi. E con autori come Alex Raymond, Hergé, Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, Stan Lee, Hector Oesterheld, Hugo Pratt, Bruno Bozzetto, Quino, Alan Moore, Frank Miller, Tiziano Sclavi, Lorenzo Mattotti, Garth Ennis e tanti altri ancora.
Il secondo percorso propone una ricognizione dei migliori talenti del fumetto italiano attuale, e si declina nella scelta di sette autori italiani di fumetti, tutti under 40 e già affermati, cui è stato commissionato un “omaggio” e una reinterpretazione di altrettanti personaggi della storia del fumetto, che hanno segnato una pietra miliare tanto per lo sviluppo di quest’arte quanto per il modo in cui quest’arte ha affrontato il tema della morte: Maurizio Rosenzweig con Zio Tibia, Walter Venturi con Kriminal, Stefano Caselli con Morte di Gwen Stacy, UR, Vanna Vinci con Maus, Davide Toffolo con The Spirit, Giancarlo Olivares con Devil / Elektra e Lola Airaghi con Death
Il fumetto è stata un’arte d’evasione, ma mai completamente. E – a dispetto di tutte le censure più o meno preventive – non ha mai avuto paura ad affrontare anche i temi più impegnativi. Con l'onestà di un'arte che dialoga con il suo pubblico senza mediazioni.
Quindi, il fumetto resta un ottimo punto d’osservazione per chi intende interrogare la cultura popolare in cui viviamo immersi e ci consente di verificare la diffusa convinzione circa la rimozione che la nostra società opera rispetto all’idea stessa della morte.
La mostra si propone così di dimostrare che ogni “rimosso” riaffiora sotto altra veste, più o meno mascherato e cammuffato, sotto forma di sogni, immagini e storie. Ebbene, da qualche anno dalle pagine dei fumetti ci vengono incontro immagini più esplicite, declinazioni narrative e stilistiche più forti, rappresentazioni più dirette della morte. È il segno che qualcosa sta cambiando, rispetto agli anni in cui nei fumetti, anche nei più crudi o realistici, morivano solo i “cattivi” e il sangue non veniva neppure disegnato. Forse sta cambiando il modo di rapportarsi alla vita, e dunque al suo limite. Accompagna la mostra un catalogo, a cura delle Edizioni Arcadia, che contiene, oltre alle immagini riprodotte in mostra e ai saggi dei curatori, anche una breve storia a fumetti inedita di Maurizio Rosenzweig.
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